Campi RF

Meccanismi di interazione ed effetti accertati

I campi elettromagnetici a Radiofrequenza (RF) consistono in campi elettrici e magnetici oscillanti a frequenze dai 10 MHz ai 300 GHz.

Quando un corpo biologico è esposto ad un campo elettromagnetico a RF, parte della potenza ad esso associata viene riflessa dal corpo, e parte viene da esso assorbita. La risultante interazione tra il corpo ed il campo è molto complessa, e dipende sia dalle caratteristiche del campo, sia dalle proprietà fisiche e dalle dimensioni del corpo. La principale componente del campo elettromagnetico a RF che interagisce con il corpo è il campo elettrico indotto al suo interno, il quale interagisce con le molecole polari (principalmente l’acqua), e con le particelle cariche mobili come ioni ed elettroni. In entrambi i casi, il campo trasferisce energia elettromagnetica che forza le molecole a ruotare, e le particelle cariche a muoversi. Come conseguenza di tali movimenti l’energia elettromagnetica viene convertita in calore. Questo è esattamente quello che accade quando riscaldiamo il cibo nel forno a microonde. Il campo elettromagnetico che si genera nel forno interagisce con le molecole d’acqua presenti nel cibo e le forza a ruotare. In tal modo, il calore si genera internamente al cibo, per poi diffondersi in tutto il suo volume.

Il riscaldamento è l’effetto accertato dell’interazione tra campi elettromagnetici a RF ed i sistemi biologici. I relativi limiti di esposizione sono tali da proteggere contro l’insorgenza di questo effetto.

Effetti a lungo termine

L’effetto di riscaldamento dei campi RF è un effetto di tipo acuto e transitorio. Esso si verifica contestualmente all’esposizione al campo e cessa quando tale esposizione viene meno.

Negli ultimi decenni la grande diffusione di tecnologie per l’informazione e la comunicazione, e soprattutto l’utilizzo massivo dei telefoni cellulari, ha fatto crescere notevolmente la preoccupazione rispetto a rischi per la salute dovuti ad esposizioni prolungate a bassi livelli di campo, specialmente in relazione all’insorgenza del cancro.

In seguito ad una revisione critica della letteratura scientifica sull’argomento, l’IARC ha valutato l’evidenza di associazione tra esposizione a campi ELF e cancro come limitata rispetto al glioma ed al neurinoma acustico negli utilizzatori di telefoni cellulari, ed inadeguata per trarre conclusioni su altri tipi di cancro. Anche i campi e RF sono stati classificati, nel 2011, come “possibilmente cancerogeni per l’uomo”, sulla base di un’evidenza che comunque necessita di essere corroborata da ulteriori studi e che non è tale da implicare un nesso accertato di causa-effetto.

L’ICNIRP, nelle linee guida del 2020, ha ribadito l’assenza, sulla base delle attuali conoscenze, di un effetto scientificamente provato dei campi RF sull’insorgenza o sullo sviluppo del cancro.

Riferimenti

ICNIRP guidelines for limiting exposure to electromagnetic fields (100 kHz – 300 GHz) ICNIRP | RF EMF (100 kHz-300 GHz)

IARC Monographs on the evaluation of carcinogenic risks to humans. Volume 102. Non-ionizing radiation, Part II: Radiofrequency electromagnetic fields. 2013 IARC Publications Website – Non-ionizing Radiation, Part 2: Radiofrequency Electromagnetic Fields

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