Campi a Basse Frequenze (ELF) e Salute
Meccanismi di interazione ed effetti accertati
I meccanismi di accoppiamento e di interazione tra i campi elettrici e magnetici a frequenze ELF (1 Hz – 300 Hz) ed il corpo umano sono noti e ben definiti.
In tale intervallo di frequenza il corpo umano è un buon conduttore, e pertanto la sua presenza perturba in modo significativo la distribuzione spaziale del campo elettrico. Le linee del campo perturbato esterne al corpo risultano perpendicolari alla sua superficie, e vengono indotte cariche oscillanti sulla superficie del corpo esposto al campo, con conseguente generazione di correnti all’interno dei tessuti.
Al contrario, la presenza del corpo umano non perturba in modo significativo il campo magnetico a frequenze ELF, poiché la permeabilità magnetica dei tessuti è uguale a quella dell’aria, e quindi il campo nei tessuti è uguale a quello esterno. La principale conseguenza dell’interazione con il campo magnetico è l’induzione di campi elettrici, e quindi di correnti elettriche, all’interno dei tessuti. Inoltre, anche i movimenti all’interno di un campo magnetico statico inducono campi elettrici variabili nel tempo all’interno del corpo.
Sulla base della revisione critica della letteratura scientifica relativa agli effetti biologici e sulla salute dei campi elettromagnetici, l’ICNIRP ha accertato i seguenti effetti acuti dovuti all’interazione tra il corpo umano ed i campi elettrici e magnetici a bassa frequenza:
- stimolazione diretta dei tessuti nervosi e muscolari
- induzione di fosfeni retinici
Tali effetti si verificano solo quando l’esposizione al campo supera una certa soglia, e quindi possono essere evitati ponendo delle restrizioni sui livelli di campo elettrico indotti nel corpo
Effetti a lungo termine
Gli effetti accertati dei campi ELF sulla salute umana sono acuti e transitori. Tali effetti si verificano contestualmente all’esposizione al campo e cessano quando tale esposizione viene meno.
Negli ultimi decenni è aumentata notevolmente la preoccupazione rispetto a rischi per la salute dovuti ad esposizioni prolungate a bassi livelli di campo, ovvero al di sotto dei valori di soglia per l’insorgenza degli effetti acuti. In particolare, moltissimi studi scientifici sono stati effettuati per valutare la correlazione tra l’esposizione ai campi ELF e l’incidenza del cancro.
Nel 2002 l’IARC ha classificato i campi magnetici ELF come “possibilmente cancerogeni per l’uomo“, sulla base di una limitata evidenza di cancerogenicità da studi epidemiologici sulla leucemia infantile. La classificazione di possibile cancerogeno è stata decisa sulla base di un certo livello di confidenza negli studi sull’uomo, ma in assenza di un relazione accertata di causa-effetto tra l’esposizione e l’insorgenza della malattia, per la quale quindi non è possibile escludere altri tipi di associazione.
L’ICNIRP, nelle linee guida pubblicate nel 2010, ha ritenuto troppo debole l’evidenza scientifica alla base di tale associazione per poter fissare limiti di esposizione rispetto a tale effetto.
Riferimenti
ICNIRP guidelines for limiting exposures to time varying electric and magnetic fields (1 Hz – 100 kHz) (ICNIRP | LF (1 Hz-100 kHz))
IARC Monographs on the evaluation of carcinogenic risks to humans. Volume 80. Non-ionizing radiation, Part 1: static and extremely low frequency (ELF) electric and magnetic fields. 2002 IARC Publications Website – Non-ionizing Radiation, Part 1: Static and Extremely Low-frequency (ELF) Electric and Magnetic Fields